Dalmine (BG)
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Il comune di Dalmine
Dalmine come Comune è di recente formazione: la nascita ufficiale risale al 7 luglio 1927 quando, con Regio Decreto, Sforzatica, Mariano al Brembo e Sabbio Bergamasco sono stati aggregati in unico Comune che prende il nome dal nucleo urbano in cui era presente il più grande complesso industriale della Bergamasca: “la Dalmine”.
Da allora la crescita è stata continua tanto che Dalmine si è trasformata in un prolifico centro abitato che ha visto insediarsi un gran numero d’attività produttive, commerciali e terziarie, in grado di occupare una buona parte della forza lavoro locale.
Lo Sviluppo Industriale
I fratelli tedeschi Mannesmann, originari della Renania, brevettano nel XIX secolo un processo per la lavorazione di tubi senza saldatura. Nel 1907 la società è intenzionata ad impiantare nei possedimenti Camozzi di Dalmine un enorme stabilimento per la costruzione di tubi d’acciaio, in cui dovranno essere impiegati fino a duemila operai. L’accordo tra l’Amministrazione e la Società per la costruzione è comunicato ufficialmente il 5 agosto 1907.
Negli anni a seguire la società ha avuto diversi cambiamenti nella proprietà e nella conduzione fino al 1919, quando è arrivata all’autogestione operaia della fabbrica. Nella storia del movimento sindacale italiano, Dalmine è ricordata anche per la battaglia combattuta per ottenere la giornata lavorativa di otto ore.
Con la crisi economica degli anni ’30 la proprietà della “Dalmine” diventa pubblica, con il passaggio del pacchetto azionario della società alla Finsider (Finanziaria siderurgica dell’IRI).
Per molti anni Dalmine ha legato la presenza dello stabilimento siderurgico al processo di crescita della località, attraverso uno sviluppo che l’ha portata da minuscolo villaggio agricolo alla realtà attuale.
Dalmine non è solo tubi d’acciaio: la struttura economica è andata differenziandosi in un ventaglio attività, dalla meccanica alle pavimentazioni stradali, dall’elettronica agli arredamenti d’interni, dagli autotrasporti e spedizioni ai calcestruzzi, dall’abbigliamento alla maglieria, dagli impianti di automazione alle vetrate etc.
Il periodo fascista
Il ventennio fascista a Dalmine è caratterizzato da due esigenze: quella del regime di avere nuove piazze per le celebrazioni e quella della Dalmine S.p.A. di dare un’impronta industriale e maggiore funzionalità al luogo che le dà il nome.
L’amministrazione fascista realizza opere di grande interesse pubblico per aumentare soprattutto il prestigio politico del regime: soffoca le autonomie locali puntando all’accentramento amministrativo, cambia i nomi delle vie intitolandoli a personaggi e ricordi fascisti, demolisce fabbricati del vecchio nucleo di Dalmine per dare spazio a nuove costruzioni.
Tra le altre opere sorte negli anni seguenti si possono citare il villaggio operaio (detto la “Bagina”) e il quartiere “Ville” per gli impiegati, la scuola elementare, la chiesa di Dalmine, la piscina scoperta, il dopolavoro aziendale, la colonia elioterapica, la casa di riposo per anziani, il poliambulatorio, la colonia alpina di Castione della Presolana e quella marina di Riccione.
Dal tragico bombardamento alla grande rinascita
Il giorno più tragico nella storia di Dalmine è stato il 6 luglio 1944: un massiccio bombardamento aereo degli alleati provoca 257 vittime tra impiegati e operai dello stabilimento e la distruzione d’interi reparti. Ai tanti caduti del 6 luglio sono stati dedicati un monumento collocato all’esterno della direzione della Dalmine S.p.a., una lapide presso la chiesa parrocchiale ed una piazza.
Negli anni ’50, con la ripresa produttiva, Dalmine diventa un polo d’attrazione non solo per l’occupazione, ma anche per nuovi insediamenti.
Per quanto riguarda lo sviluppo socio-economico del territorio, si assiste ad un notevole aumento della popolazione residente. La popolazione attiva lascia il settore agricolo a favore di quello industriale con il conseguente potenziamento del settore terziario.
Nasce il nuovo quartiere di Brembo e nel 1963, dopo l’acquisizione del territorio di Guzzanica, Dalmine si trova ad essere costituito da ben sei frazioni con un notevole incremento della dinamica socio-economica e della superficie territoriale.
La crisi della siderurgia mondiale degli anni ’80 ha forti conseguenze sul piano occupazionale; ma la nascita di nuove aziende e l’incessante sviluppo del terziario creano nuovi posti di lavoro.Nel 1991 si insedia a Dalmine la facoltà di ingegneria dell’Università di Bergamo.
A Dalmine, nonostante il massiccio sviluppo industriale, restano numerosi i segni di un mondo agricolo ancora attivo: molti operai nel loro tempo libero lavorano ancora la terra.
Con il DPR 24 marzo 1994 è stato attribuito a Dalmine il titolo di Città.
Dalmine in cifre
Il territorio di Dalmine presenta tracce della colonizzazione romana avvenuta nel I secolo a.c.; una caratteristica fondamentale del territorio è proprio la sua suddivisione geometrica.
- La Città confina a nord con Treviolo e Lallio, ad est con Levate, a sud con Osio Sopra e ad ovest con il fiume Brembo. È raggiungibile mediante l’Autostrada A4 Bergamo-Milano (uscita Dalmine) e la provinciale 525 Bergamo-Trezzo. Il territorio comunale, completamente pianeggiante, ha una superficie di 11.600.000 mq. a 202 metri sul livello del mare.
- Attualmente, al 31 dicembre 2008, gli abitanti sono 22.980. Oggi Dalmine è il terzo comune della provincia per numero di abitanti, dopo Bergamo città e Treviglio.
Fonti bibliografiche
- Comune di Dalmine – Assessorato alla Pubblica Istruzione, “Dalmine: Cenni di storia” dalle origini al 1963, dicembre 1982.
- Piero Ghislandi, articolo apparso su “Il Giornale di Bergamo” del 29 marzo 1992.